Sostenibilità prefabbricata: il progetto di ricerca KIT haus Plus
Davide Di Fabio, Fausto Pugnaloni Università Politecnica delle Marche, Dipartimento di Architettura DARDUS
Roberto Fioretti, Paolo Principi Università Politecnica delle Marche, Dipartimento di Energetica
Il progetto KIT haus Plus nasce da una partnership tra l’azienda Canducci Holz Service di Pesaro, leader italiano nella fornitura e posa in opera di grandi strutture in legno, e i dipartimenti di Architettura DARDUS ed Energetica dell’Università Politecnica delle Marche.
L’obiettivo generale è quello di innovare la linea di case in legno prefabbricate “kithaus”, già presente nel catalogo della Canducci ma di fatto mai sviluppata in maniera significativa.
Nella linea kit haus, il concetto di “casa kit” era stato interpretato dall’azienda come fornitura di componenti per la costruzione di un edificio di costo contenuto, adatto principalmente all’abitare temporaneo e capace di essere facilmente e velocemente montato dal cliente finale. Si arrivava dunque alla fornitura del così detto grezzo avanzato (pannelli di involucro senza isolante, finiture interne-esterne e infissi), da montare e ri-finire in situ. Dunque una catena produttivo-realizzativa troppo lunga, che rischiava di eludere le aspettative legate alla commercializzazione del prodotto.
Pur non cambiando il target tipologico, KIT haus Plus tenta di superare questi bug, puntando principalmente sullo sviluppo di un sistema costruttivo maggiormente prefabbricato, del tipo chiavi in mano, in cui l’idea di kit è più legata ad una serie di accessori che l’azienda fornisce da catalogo e che permettono di customizzare il prodotto base della linea.
Gli edifici KIT haus Plus vogliono inoltre caratterizzarsi per un elevato grado di sostenibilità energetico ambientale, imprescindibile per abitazioni innovative realizzate in legno.
Concept del progetto
Concept base del progetto è l’assunzione della cellula abitativa come matrice generativa dell’architettura del sistema. Si intenda uno spazio minimo polifunzionale “living”, su cui si affacciano blocchi monofunzionali che possono essere stanze (cucina, bagno ecc.) oppure blocchi di arredo “dinamico”: si fa riferimento nello specifico a soluzioni di arredo con assetti variabili, che permettono di usare il medesimo spazio con funzioni diverse. L’idea di cellula supporta a sua volta sia quella di serialità del prodotto sia quella di aggregabilità degli spazi abitativi.
Entrambi questi concept, adeguatamente elaborati in fase di progetto, predispongono la ricerca al soddisfacimento degli input base posti: la cellula può infatti essere prodotta in grandi numeri ed utilizzata per campeggi, villaggi vacanze e di emergenza, soluzioni abitative per l’abitare temporaneo, oltre che aggregata in verticale, per eventuali soluzioni multipiano di residenziale tradizionale o turistico-recettivo. In quest’ottica, centrale è lo studio di soluzioni prefabbricate che insistono sulla serializzazione delle principali componenti tecnologiche dell’edificio ovvero l’involucro e l’impiantistica, sia di base che a fonti rinnovabili.
Pur sviluppando più ipotesi progettuali, costante del progetto è l’identificazione di un modulo service: parliamo di uno spazio completamente prefabbricato, movimentabile tramite tir e da posare in opera con l’utilizzo di una gru, in cui sono inseriti gran parte degli apparati tecnologi (impianto di climatizzazione, impianto elettrico, servizi igienici e blocco cucina). Il sistema costruttivo della zona living invece varia da ipotesi ad ipotesi, sostanzialmente a seguito sia di una maturazione della sensibilità dell’azienda relativamente al tema della prefabbricazione, sia dell’adozione durante il periodo di ricerca di materiali più performanti. (…)
⇒ l’approfondimento continua sul numero 26 de ilProgettoSostenibile