Riqualificazione energetica e architettonica di grandi complessi abitativi
Anna Delera, Roberto Rota
The REHA program, which stands for Requalification à Haute Performance énergétique de l’Habitat collectif and has been supported by the Ecology, Energy, Sustainable Development and Sea Ministry (MEEDDM), is part of a plan to reduce energy consumption in existing buildings by at least 38%, something France wants to achieve by 2020.
The said program was possible thanks to a public competition addressed to designers and building companies for the regeneration of twenty-seven residential buildings (public and private), selected for their special construction, architectural and functional features, with the explicit request that the solutions proposed could be applied to other buildings and contexts similar to those of the project.
The seventeen winning proposals foresee interventions which will see that the energy performance of existing buildings conforms to that of new A and B rated constructions, or they will be assigned the BBC Réha definition, which means passive building. The same interventions can help a more intense urban density, for example through the regeneration of ground floors for housing commercial activities and services for the community, volumetric increase, different access management, the variety of range of accommodations and the outdoor spaces.
The planning proposals highlight the research lines that aim to combine industrial elements with good dry assembly practices, in order to define a sort of “technological skin” whose energy role will be fundamental in the regulation of the solar panels and will also have to ensure adequate comfort in winter, as in summer. This “new skin” will sometimes allow for the enlargement of the building structure increasing its volume and thereby improving the typological organization and widening the offer in terms of surface and number of accommodations. The results show that it is possible to envisage an interesting future, a quality future, for all those dilapidated buildings which are today either abandoned or destined for demolition.
Supportato dal Ministero dell’Ecologia, dell’Energia, dello Sviluppo Sostenibile e del Mare (MEEDDM), il programma REHA – acronimo di Requalification à Haute Performance énergétique de l’Habitat collectif – , si inserisce tra gli obiettivi di riduzione di almeno il 38% dei consumi energetici negli edifici esistenti che la Francia si è prefissata di raggiungere entro il 2020.
Il programma si è attuato attraverso un bando di concorso, rivolto ai progettisti e alle imprese costruttrici, per la riqualificazione di ventisette edifici residenziali (pubblici e privati) scelti per le diverse particolarità costruttive, architettoniche e funzionali con la richiesta esplicita che le soluzioni proposte dimostrino la possibilità di essere riproducibili e adattabili ad altri edifici e contesti, analoghi e confrontabili con quelli di progetto.
I diciassette progetti premiati propongono interventi sull’esistente che permetteranno agli edifici riqualificati di raggiungere livelli di comfort energetico equivalenti alle nuove costruzioni classificate in classe A o B oppure che potranno assumere la definizione “BBC Réha”, cioè edificio passivo, ma anche una più intensa densità urbana in continuità con la città, per esempio attraverso la riqualificazione dei piani terra per ospitare funzioni commerciali e servizi collettivi, l’incremento volumetrico, il diverso trattamento degli accessi, la varietà nell’offerta e nell’articolazione degli alloggi e degli spazi esterni.
Le proposte progettuali evidenziano delle linee di ricerca orientate a combinare elementi industrializzati con buone pratiche di assemblaggio a secco andando a definire una sorta di “pelle tecnologica” il cui ruolo energetico sarà essenziale per la regolazione degli apporti solari e dovrà garantire un adeguato comfort invernale senza pregiudicare quello estivo. La “nuova pelle” potrà permettere, in alcuni casi, anche l’espansione del corpo edilizio aumentandone la volumetria a vantaggio di una migliore organizzazione tipologica e di una offerta più ampia in termini di superficie o numero degli alloggi.
I risultati dimostrano che è realmente possibile pensare a un futuro interessante e di qualità per tutta quella parte del patrimonio costruito degradato che viene attualmente abbandonato o destinato alla demolizione. (…)
⇒ l’approfondimento continua sul numero 28 de ilProgettoSostenibile