Risparmio idrico e uso dell’acqua piovana in edilizia
Anna Frangipane
La razionalizzazione degli usi
I consumi idrici negli edifici possono essere, ragionevolmente, razionalizzati diminuendo gli sprechi e differenziando gli usi, limitando, cioè, l’utilizzo dell’acqua potabile alle esigenze alimentari e di pulizia personale e adottando come fonte di approvvigionamento alternativa le acque piovane e grigie, opportunamente trattate, per le pulizie domestiche, il riempimento degli sciacquoni, il lavaggio delle superfici esterne e delle autovetture, l’irrigazione degli orti e delle aree verdi di pertinenza. I relativi sistemi per il risparmio e l’utilizzo delle acque di pioggia sono riordinabili in categorie consolidate (König, 1996; Venturi et al., 2002; Böse, 2003; Kinkade-Levario, 2007).
Il risparmio idrico
Il risparmio idrico, oltre all’attenzione individuale nella gestione di erogatori, elettrodomestici, impianti irrigui, nella preferenza dell’utilizzo della doccia alla vasca da bagno, pratiche riconducibili a stili di vita consapevoli, implica il corretto dimensionamento degli impianti e la scelta di appropriati componenti e dispositivi del sistema idro-termo-sanitario, avendo sempre presente che i risparmi conseguibili sono strettamente correlati alle caratteristiche e allo stato di manutenzione delle parti. In dettaglio, nell’edilizia residenziale, all’installazione di alcuni dispositivi (riduttori di flusso/frangigetto) e di cassette wc a doppio tasto e a basso consumo, può affiancarsi l’adozione di elettrodomestici a basso consumo (lavatrici/lavastoviglie).
Per quanto attiene l’irrigazione delle aree verdi, la riduzione dei consumi è legata alla scelta opportuna delle ore di innaffiamento (notturne), all’utilizzo di nebulizzatori o, meglio, di impianti goccia a goccia interrati e alla scelta di specie vegetali autoctone, i cui bisogni idrici siano consoni alle caratteristiche di piovosità locali. Aspetto spesso trascurato è il corretto dimensionamento dell’impianto, con l’installazione di riduttori di pressione in ingresso, che limitino l’entità dei consumi, agendo come regolatori di portata.
Rientrano a pieno titolo nelle pratiche di risparmio negli edifici, inoltre, tutte le operazioni di manutenzione che consentono di evitare inutili sprechi per malfunzionamento degli apparecchi (perdite) e del sistema di adduzione dell’acqua dal contatore dell’erogatore al consumatore, anch’esso spesso soggetto alla presenza di perdite non tenute in debita considerazione. Nei bagni delle strutture pubbliche è ipotizzabile l’utilizzo di rubinetterie a chiusura automatica, temporizzate o a raggi infrarossi, di wc a basso consumo a doppio tasto o a raggi infrarossi, di dispositivi frangigetto per rubinetti e docce.
L’uso dell’acqua piovana
Gli impianti per l’utilizzo delle acque di pioggia presuppongono la disponibilità di una superficie di captazione. Nel caso tale superficie corrisponda a quella di una superficie esterna, può essere prescritto un primo intervento di eliminazione della “prima pioggia”, da convogliare alla rete fognaria, operazione, invece, non necessaria per la captazione dalle superfici di copertura degli edifici. In questi casi è ipotizzabile, invece, un primo filtraggio grossolano del materiale organico trasportato (foglie, rami, escrementi di animali, insetti…) attraverso maglie/griglie, collocate in corrispondenza delle grondaie e degli imbocchi nei pluviali, o dispositivi posti all’interno dei pluviali/interrati (deviatori automatici o manuali), a fronte dell’eliminazione di parte dell’acqua raccolta.
A monte e/o a valle dell’accumulo in serbatoi, è prevista un’ulteriore filtrazione, sempre di tipo meccanico, che porta a eliminare le parti fini. Il sistema di accumulo (in legno, acciaio, conglomerato cementizio armato, materie plastiche), dotato di un eventuale sistema di riempimento integrativo e di uno scarico di troppo pieno, può essere esterno (interrato o fuori terra) o interno all’edificio. La sua posizione influisce direttamente sul sistema di distribuzione che può, conseguentemente, richiedere, o meno, l’utilizzo di pompe (immerse/adescanti) per la distribuzione dell’acqua piovana all’intero impianto.
Completa il sistema l’installazione di una centralina di controllo che gestisce la sequenza dei riempimenti/svuotamenti. L’ingresso dell’acqua piovana nell’edificio rende necessaria la messa a punto di una rete duale di distribuzione dell’acqua, la cui presenza è indicata con segnaletica obbligatoria che ne evidenzia la non potabilità. Valvole e altri dispositivi, opportunamente installati, sono funzionali ad impedire l’ingresso di animali e la connessione con la rete di distribuzione dell’acqua potabile di integrazione. (…)
⇒ l’approfondimento continua sul numero 24 de ilProgettoSostenibile